Il bagno nel bosco o Forest Bathing è una pratica antichissima. È una nuova etichetta per dare un nome a qualcosa che i nostri nonni hanno sempre fatto e che forse noi abbiamo perso di vista. L’Alto Adige è il luogo ideale per svolgere questa pratica: infatti, il 50% della sua superficie è ricoperto da boschi e foreste. In Alto Adige ci sono 114 tipologie di boschi, sapevate che ne esistono così tanti? Qui infatti, per il Monitoraggio della Biodiversità è stato necessario selezionare le tipologie di bosco predominanti e le più rappresentative. In totale sono state scelte sei diverse tipologie di bosco che prosperano a diverse altitudini, tra cui, quattro boschi di latifoglie e due boschi di conifere.
Rispondete sinceramente: qual è stata l’ultima volta in cui avete camminato, magari a piedi nudi, in un bosco, fermandovi ad ammirarlo sorpresi profumi di pino mugo o incantati dai motivi disegnati dalla rugiada sulle prime foglie del mattino? E quante ore, invece, passate ogni giorno a guardare uno schermo? Per millenni gli esseri umani hanno vissuto a stretto contatto con la natura, ma l’urbanizzazione forzata degli ultimi secoli ha finito per alterare un equilibrio consolidato, generando in tutti noi una condizione di stress e ansia.
Attenzione non è né uno sport, né una meditazione, né una pratica yoga: il bagno nel bosco è un’esperienza codificata di sollecitazione dei cinque sensi per educarsi all’ascolto dei suoni di un bosco, alla capacità di respirarne i profumi, di osservare la luce e le sfumature dei colori, alla sensibilità nello stabilire un contatto con le piante e con la terra.
Ho provato questa pratica e mi ha davvero emozionato. Io, di solito, sono molto restia a queste pratiche senza un preciso programma codificato. Eppure, mi sono dovuta ricredere. Credo sia stata l’esperienza che più mi ha arricchito negli ultimi tempi. Grazie a una guida speciale, Stefan Fauster di Campo Tures dell’hotel Drumlerhof e a Ulma, il cane mascotte, siamo partiti alla volta di un percorso in valle Aurina cercando di creare una connessione profonda con noi stessi e la natura. Soffermandosi a piedi nudi sulle radici di alberi secolari si ritrova forse anche parte delle proprie radici. I boschi dell’Alto Adige, e in particolare questi della valle Aurina che ho avuto modo di conoscere, sono un microcosmo a sé stante. L’aria pulita, le temperature piacevoli, gli oli essenziali, le particolari condizioni di luce e il silenzio creano un’atmosfera unica. Un’aura di tranquillità che fa rallentare, guarisce e tocca nel profondo.
La foresta è da sempre spazio di iniziazione e crescita nell’universo fiabesco, archetipo presente nell’inconscio collettivo secondo Jung e un luogo dove può iniziare una trasformazione importante in grado di investire anche la dimensione interiore. Sono, infatti, soprattutto i benefici psicologici i più immediati da osservare. Passare tempo in foreste e parchi, o semplicemente contemplando gli alberi, aiuta le difese immunitarie, riduce lo stress, diminuisce la pressione sanguigna, migliora lo stato d’animo e induce rilassamento. Trascorrere almeno 120 minuti alla settimana in natura, anche non consecutivamente, è stato associato a una probabilità significativamente maggiore di buona salute o di benessere.
In Alto Adige lo potete fare praticamente ovunque, non c’è bisogno di un percorso guidato, anche se andare con persone che conoscono il bosco vi aprirà molte porte invisibili che mai avreste preso in considerazione. Cosa serve? Solo la predisposizione della mente verso l’ascolto.
Vi lascio qui un video dove ho documentato la mia esperienza che ha profondamente cambiato le mie giornate successive.