Chiudo gli occhi e posso sentire ancora l’odore di inchiostro. Quell’inchiostro persistente, che lascia anche sulle mani quella patina grigiastra. Io e mio nonno seduti sulla sedia più massiccia del giardino. Di fronte a noi il tavolo bianco, massiccio, cosparso di carta di giornale, tempere e pennelli. Io, lui e il nostro momento più atteso dell’anno: la preparazione delle uova per la caccia che si sarebbe svolta il giorno dopo, sul suo giardino.
Erano momenti di impegno intenso, prendi le uova, svuota le uova, pulisci le uova e colora le uova. Ore e ore passate compiendo pochi e semplici gesti, ma che nel nostro rapporto arricchivano quella sacra ritualità che faceva della Pasqua un evento tanto atteso quanto creativo. Lui era bravissimo, manco a dirlo. Un creativo nato, un sognatore: un uomo che in anni non sospetti aveva creato un’azienda con la sua creatività e ce l’aveva fatta. Sono sicura che se lui fosse qui, ora, non sarebbe stato quel genere di nonno che mi chiede “Quindi, non ho capito, che lavoro fai?”. Lui avrebbe capito. Avrebbe capito che il suo taccuino nero, dove faceva schizzi di scarpe di lusso da signora, poteva essere paragonato al mio smartphone.
Oggi sono qui. Sulle ginocchia ho Sebastiano, forse troppo piccolo per iniziare una nuova tradizione a due, ma desideroso di sapere, colorare e pasticciare. Ci prepariamo a una giornata di festa dove la nostra casa sarà teatro di pranzi lenti, fiori sulle tavole e dolci zuccherosi. Aspettiamo con ansia domani, quando tutti i bimbi dei nostri amici saranno qui e insieme faremo la caccia alle uova, un’irrinunciabile must della mia infanzia.
Fantasia. Quanta poesia c’è in questa parola che sa di pasticcio e mani intrise di pensieri e sogni?
Quanta vita c’è correndo nel prato con un cestino in mano pronti a raccogliere uova colorate? E la bellezza delle tavole allestite per la colazione dopo la caccia? Fiori freschi, uova strapazzate e aria di festa insieme, nello stesso piatto. Quasi una cerimonia di vita, quasi un salto in un mondo fatto solo di gentilezza e sorrisi.
Tavole di festa, tavole d’amore come lettere scritte per far capire quanto amiamo le persone che ci stanno intorno. Calma, gentilezza e lentezza gli ingredienti fondamentali.
Piedi nudi nel prato, leggerezza nelle camicie che ci abbracciano. E poi quel profumo di caffè, tè e latte che inebria tutta la casa. Oggi è davvero festa.
Per la nostra Pasqua abbiamo scelto un outfit Brums collezione cerimonia bambino: perché gusto, raffinatezza e stile dell’abbigliamento incontrino anche quella comodità e versatilità che l’essere un bambino alla scoperta del mondo richiede.