E poi ci sono quei pomeriggi magici e delle corone di fiori invernali che diventano amuleti.
Quei pomeriggi dove puoi vedere il luccichio delle ali delle fate. Quelli che la luce è senza filtri, color dell’oro e si percepisce onestà in ogni dettaglio. E lì puoi toccare con mano quello che vuoi stravolgere, capovolgere e ridimensionare. Riesci a capire quello che vorresti e quello che hai, e, d’un tratto, la strada è semplice, delineata, nitida.
A volte bisogna passare dalla distruzione e dalla confusione per capire davvero da che parte andare e nel momento più inaspettato tutto è limpido, come un mare che ritrova la sua quiete. Lo so, sembrano vaneggiamenti retorici, ma in realtà è proprio quello che sta succedendo nella mia anima in questo periodo. Quando capisci che il tuo futuro è ancora completamente plasmabile ed è lì, nelle tue mani, allora sì, arriva la svolta.
Quindi cosa fai? Rimetti in discussione tutto, ogni aspetto.
E tutto prende una forma diversa, quello che prima era angoscia pura, ora mettendo tutto in fila e togliendo lo schema del passato sembra più semplice. Già, perché forse inesperienza, immaturità, fretta, consigli sbagliati, insicurezza fanno sembrare tutto più faticoso e complicato.
Caro futuro, quest’anno voglio tenerti sotto braccio, anzi voglio proprio abbracciarti, senza condizionamenti, e so che faremo pace!
Per preparami all’incontro mi sono anche messa il vestito più bello una corona di fiori sulla testa.
Di fianco a me Valentina, l’amica che durante i miei dubbi più atroci ha sempre un consiglio pragmatico e un’idea folle che fa apparire la realtà un circo dal tendone rosso e bianco.
Di fronte, invece, dietro all’obiettivo, Michela Magnani, una donna dal cuore negli occhi, una donna che credo stia vivendo quello che sto vivendo io nella sua mente, una di quelle che si è già messa in discussione una volta e che non ha paura di farlo ancora. Delle sue foto non c’è molto da dire, parlano, anzi sussurrano, e raccontano quei segreti che si bisbigliano di notte, alla persona che si ama.
Quindi, quasi un amuleto, metto la mia corona di fiori, capace di scacciare paure e brutti pensieri o i “ce la farò?” che pesano quanto macigni.
Futuro, io arrivo, tu sii pronto ad accogliermi, con i miei mille progetti, le mie mille idee, i miei centomila errori. Arrivo. Adesso sì che arrivo.
Foto di Michela Magnani
Potete trovare il post gemello su Tintacorda al link goo.gl/bd3CtA dove Valentina ha fatto un fantastico dio per la corona versione bianca, la mia invece, di bacche rosse la potete trovare qui http://goo.gl/bcWfNV