Dedicarci un pomeriggio ai fornelli. Io, lui e il nanetto. Addendi meravigliosi di una somma divertente che si chiama pasticcio. In un sabato, di quella che avrebbe dovuto essere una calda primavera, ci siamo messi in macchina e abbiamo raggiunto Dolce Casa Cameo. Ero abbastanza titubante quando ho visto tutte le postazioni pronte, pulite e in ordine. Il vulcano che era di fianco a me, alto meno di un metro avrebbe iniziato a far disastri. Avevo paura si annoiasse dopo poco, e invece ancora una volta ha saputo stupirmi.
Pronto, con il suo grembiulino bianco lungo fino ai piedi ha raccolto la sfida con grande impegno e serietà. Un anno e mezzo e già così caparbio da non voler mettere per nulla al mondo il cappello da chef, mescolava, schiacciava burro e metteva nella teglia l’impasto formato come un mestierante d’altri tempi. Ecco, forse dovremmo anche menzionare il fatto che la nostra postazione non era ordinatissima, ma sorvoleremo per rendere tutto più poetico.
Noi tre, ai fornelli, insieme. Noi tre, come una squadra, quello che vorremmo insegnare a Sebastiano.
Dovremmo stare più spesso in cucina insieme con un grembiule legato in vita, pasticciando con farina, uova, burro e zucchero. Da sempre, a casa mia, la cucina è stato il luogo delle scelte, delle discussioni, delle decisioni e delle dichiarazioni: i fornelli hanno sempre fatto da sfondo ad ogni momento importante quasi scandendo il ritmo delle nostre vite. Cucinare insieme unisce, distente gli animi e ha la capacità di rendere le discussoni meno tese. Cucinare insieme è quasi terapeutico e rende ancora più speciale il momento del pranzo o della cena, i piatti hanno un sapore diverso, forse solo perché l’ingrediente dell’amore rende tutto più saporito.
Grazie a Cameo per averci ospitati in Dolce Casa Cameo e grazie anche per la pazienza, Sebastiano stato molto creativo in cucina.
#Cucinareinsieme #Dolcecasacameo