Se solo un anno e mezzo fa mi avessero chiesto cos’è l’amore avrei risposto senza dubbi: qualcosa che ti prende, ti sconvolge, ti fa sentire, farfalle, canarini, zebre e leoni nello stomaco. Un’intera arca di Noè che passeggia e ti fa star male per poi stare bene, un su e giù di montagne russe che nemmeno quelle del più grande parco di divertimenti al mondo.
Poi è arrivato il tuo papà, o meglio, c’è sempre stato.
Con poche parole e pochi gesti ha fatto capire tutto alla mamma, l’ha portata nel mondo dei grandi e da lì le ha fatto scoprire un mondo.
Le ha fatto capire che l’amore non è quello delle eroine romantiche dei suoi romanzi russi di scrittori impronunciabili, non esiste una Lara e uno Yuri, una Rossella e un Rhett Butler, esistono solo due persone che voglio costruire, mattoncino sopra mattoncino qualcosa che negli anni non potrà, o meglio, non vorrà crollare. Sai, quando tu eri solo un pensiero, la mamma chiedeva sempre al papà di sognare, la sera,prima di addormentarsi: sognare cose irrealizzabili, progettare, costruire castelli che solo nelle favole possono aver fondamenta. E tu c’eri, sempre in qualsiasi sogno.
Sai, a volte la mamma vive in un mondo tutto suo, dove si rifugia. La fantasia è qualcosa che va coltivata, non permettere mai a nessuno di tenerti con i piedi ben saldi a terra, vola! Cerca di volare più in alto che puoi, sii curioso e affascinato. Innamorati di tutto: di quello che fai e di quello che vorresti fare, dei tuoi progetti e dei progetti degli altri. Si entusiasta, sempre: datti sempre completamente, non importa se ogni tanto scivolerai, ti alzerai e sarai più forte di prima, come un guerriero.
Foto di Maria Cristina Casati