La sera in cui sei nato io non ero minimamente preparata, anche se avevo programmato il cesareo da lì a due giorni. Sai, Sebastiano, la mamma ha vissuto il tuo arrivo in modo un po’ inconsapevole, anzi, no, direi totalmente inconsapevole. Così desiderato, così amato fin da subito, così sognato, eppure per me non eri realtà. Quel giorno, il 25 novembre del 2014, la mattina sono andata in ufficio. Sono arrivata presto ed sono stata lì fino alla una: avevo tante, troppe cose da fare e le scadenze mi sembravano così vicine che non potevo aspettare nemmeno un minuto . O almeno così era nella mia mente. Il pomeriggio hopensato bene di montare l’armadio del corridoio con i nonni: mensole, cassetti, bastoni per gli apprendimenti, tutto.
Verso le otto e mezza ho deciso che era arrivato il momento per preparare la cena. Cosa? Te lo confesso: una pastina! Sì, uno dei miei piatti preferiti, le midollare mi fanno sempre tornare un poi bambina e mi ricordano tanto la mia nonnina. Ho sentito qualcosa di strano, ma mai avrei pensato al tuo arrivo prima del previsto. Ho chiamato la zia Claudia per capire esattamente la sensazione della rottura delle acque: come al solito lei mi ha rimproverato: “Vai subito a farti vedere!”. Papà è arrivato di corsa, ma entrambi eravamo abbastanza convinti di tornare a casa ancora in due.
E invece ci sbagliavamo. Tu sei arrivato, proprio quella sera, proprio quando meno ce lo aspettavamo. Tu, così piccino nelle braccia del tuo papà così grande.
Devo dire che quei primi momenti sono stati meravigliosi, ma a tratti davvero duri. Solo lì, ti accorgi di quanto sia fondamentale la struttura che scegli e il personale che in quel si prende cura sia della mamma che del bambino.
A Milano, c’è un grande progetto, che ancora una volta mi rende fiera di questa città: un nuovo Ospedale, ancora più all’avanguardia, ancora più innovativo per prendersi cura dei più piccoli.
E’ online da pochi giorni il sito web http://fondazionebambinibuzzi.it/ dove è possibile fare donazioni e lasciare anche le proprie testimonianze perchè, negli anni, l’Ospedale Vittore Buzzi è entrato a far parte della vita dei Milanesi, e non solo, e tante sono le storie da raccontare. E’ un progetto di eccellenza per i bambini che entusiasmerà e appassionerà tutta la cittadi- nanza, chiamata a partecipare attivamente al sogno della creazione del nuovo Ospedale dei Bambini Buzzi, ma anche a stabilire una interazione con la Fondazione che vuole risvegliare un senso di appartenenza e di partecipazione della città di Milano.
#alcentrociseitu e questa volta ho tempo, caro Sebastiano, e al centro da quel 25 novembre ci sei sempre tu.
#fondazionebambinibuzzi
Foto di Maria Cristina Casati