Si può vivere meglio e più a lungo, semplicemente facendo quello che più si ama fare?
Secondo i residenti dell’isola di Okinawa in Giappone, la risposta è si. Stiamo parlando di un’attraente teoria che trova le sue radici proprio in questa comunità del Sol Levante che, per la maggior parte, condivide e segue la filosofia dell’ikigai, ovvero delle coordinate della felicità.
La teoria dell’ikigai segue uno schema molto semplice: la piena felicità e la possibilità di poter vivere oltre i cento anni non è altro che l’incrocio di quello che si ama fare, di quello in cui ognuno di noi eccelle, di quanto di positivo ognuno di noi può portare alla comunità e di quello per cui si è disposti ad essere pagati. Su queste basi il villaggio giapponese di Ogimi ha fondato le proprie radici ed oggi è noto come una delle comunità più longeve al mondo, una delle città dove si vive e si mangia meglio.
L’alimentazione
Non a caso anche l’alimentazione gioca un ruolo decisivo nel processo di ricerca della propria ragion d’essere. D’altra parte, oggi l’importanza di una corretta nutrizione ha fatto breccia in tutte le categorie sociali, anche tra quelle persone che sono costrette per motivi professionali a restare svegli durante la notte o a compiere lunghi viaggi più volte alla settimana. Ad Okinawa, nota anche come l’isola degli immortali, si osserva una dieta ricca di vegetali e determinate abitudini. Il trucco è non mangiare troppo e non portare a tavola tutto il cibo cucinato, in modo da alzarsi per riempire di nuovo il piatto e restare sempre in movimento. Questa semplice e sana regola alimentare, unita alla filosofia dell’ikigai, ha reso i residenti di Okinawa gli abitanti della terra con l’aspettativa di vita più alta del mondo.
Ma come trovare il proprio ikigai? Questa corrente di pensiero è stata studiata e analizzata e alla fine ne è stato tratto un diagramma in cui tutte le risposte (alle domande: cosa ti piace fare? In cosa dei bravo? Per cosa vuoi essere pagato? Di cosa ha bisogno il mondo?) si sommano ad incrociare al centro il proprio ikigai. Dunque, quando si trova la risposta adatta a tutte e quattro le domande, allora saremo di fronte al nostro ikigai. Un altro modo per trovare il nostro scopo nella vita è semplicemente chiedersi: perché ci alziamo al mattino? Cosa ci spinge a cominciare la giornata?
Fare quello che si ama
L’ikigai non è altro che il carburante esistenziale che ci spinge a vivere a lungo e felicemente. Diversamente dalla ricerca della felicità, l’ikigai fonda la propria ragione d’essere su quello che si ama fare. Non esiste una sola risposta o un solo metodo per imparare a trovare il proprio ikigai.
L’ikigai di ciascuno potrebbe risiedere nella devozione verso i familiari o gli amici. Nel cucinare, nell’essere un buon genitore, nella scrittura, nella ricerca scientifica, nel combattere i cambiamenti climatici, nell’aiutare il prossimo e così via.
Prima di ogni cosa, bisognerà partire dalle piccole cose e soprattutto non dare la colpa all’ambiente esterno per la mancanza del proprio ikigai (anche perché tocca a ciascuno di noi trovarlo). Una volta aver fatto luce sul proprio scopo nell’esistenza, si condurrà uno stile di vita più sano. Come? con più attività fisica, con maggiori interazioni sociali e culturali durante tutto l’arco della propria esistenza.
Una volta cominciato, non ci si allontanerà più da questo stile di vita. D’altra parte, i giapponesi non concepiscono minimamente il significato del concetto di “pensione” o ritiro. Ed è proprio il non ritirarsi dalla vita guidata da uno scopo che sembra essere il motore, la chiave di volta della longevità e della felicità sull’isola di Okinawa. Per i residenti di questa parte di mondo, ogni giorno deve essere vissuto facendo qualcosa e riuscendo a darsi uno scopo nella vita. Un giorno passato a non fare nulla è un giorno sprecato. Ecco il motivo dell’importanza dell’esercizio fisico per i giapponesi, anche in tarda età.
Allora, siamo pronti per alcuni consigli utili per far funzionare il proprio ikigai.
Bisognerà concentrarsi sui dettagli, accettarsi, fare affidamento sugli altri, godere del piacere e rimanere presenti e coscienti in quello che si fa.